Sinistra Pd, Cesare Damiano a Perugia, alternativa al renzismo

“La sinistra negli ultimi trenta anni – ha sottolineato Damiano – ha aiutato il liberismo commettendo un grave errore..."

Sinistra Pd, Cesare Damiano a Perugia, alternativa al renzismo PERUGIA – Alternativa al renzismo, di sinistra, antiliberista, keynesiana. “Uguaglianza, lavoro, inclusione” le sue parole d’ordine. In campo per Andrea Orlando segretario. È “Sinistra Pd”, neonata area interna al Partito Democratico, che si sta costituendo anche in Umbria in vista dell’appuntamento congressuale e che è stata presentata questa mattina in conferenza stampa, insieme al documento che ne definisce il profilo politico, dall’On. Cesare Damiano e da Antonello Chianella, indicato da Damiano come riferimento regionale (Nando Mismetti è tra i riferimenti nazionali), Lorena Pesaresi e Lorenzo Accardi.

“La sinistra negli ultimi trenta anni – ha sottolineato Damiano – ha aiutato il liberismo commettendo un grave errore: oggi la globalizzazione liberista sta penalizzando il ceto medio. Ci battiamo – dunque – contro la dottrina di mercato che ha umiliato le persone, crediamo in uno Stato regolatore, che sappia conciliare le esigenze del profitto con quelle dei lavoratori. Il nostro punto di riferimento essenziale, in questo facciamo nostra la lezione di Bobbio, è l’egualitarismo, che marca la divisione tra sinistra e destra. Guardiamo al governo Gentiloni con atteggiamento positivo e con l’auspicio che non sia triturato dalle beghe di partito o da opposizioni cieche”. Che, anzi, sia messo in grado di arrivare a fine legislatura e perseguire alcuni obiettivi fondamentali. Le proposte di “Sinistra Pd” sono sul tavolo. Si chiedono, innanzitutto, modifiche al sistema dei voucher, da limitare all’uso delle famiglie e a prestazioni occasionali, e al job’s act, soprattutto in materia di incentivi, che devono diventare strutturali perché il lavoro stabile costi meno del lavoro precario, e di licenziamenti collettivi e disciplinari. Tra le sfide anche la definizione di un job’s act del lavoro autonomo, attraverso cui prevedere l’estensione delle tutele per maternità e malattia, introdurre la deducibilità delle spese di formazione e l’accesso ai bandi europei, rendere strutturale la Dis-coll per co.co.co, assegnisti e dottorandi. Si chiede di fissare una soglia minima per legge delle retribuzioni per chi non ha un contratto di riferimento; di considerare lo smart working lavoro dipendente; di introdurre una pensione sociale di base di circa 500 euro utile per il raggiungimento di un tetto lordo mensile di 1.500 euro; di mettere fine alla pratica degli appalti al massimo ribasso, valorizzando al contrario l’offerta economicamente più vantaggiosa basata sulla qualità del servizio e ripristinando la responsabilità solidale negli appalti per garantire il rispetto delle normative contrattuali e il versamento dei contributi previdenziali. Si propone di approvare una legge di sostegno alla rappresentatività dei corpi intermedi per valorizzare il dialogo sociale e fissare standard normativi e salariali inderogabili e di prevedere la presenza dei lavoratori nei Cda delle imprese sopra i 5mila dipendenti. “Non stiamo parlando solo di buoni propositi – ha assicurato Damiano – ma di cose che stiamo praticando nella nostra attività parlamentare”. Sulla legge elettorale “non penso che il Mattarellum regga al confronto con le altre forze politiche ma bisogna prendere coscienza del fatto che il mondo è cambiato” e che, in particolare, “non esiste più la vocazione maggioritaria”. E allora “occorre approvare – si legge nel documento – una nuova legge elettorale, che sarà probabilmente di impianto proporzionale” e “armonizzare i sistemi elettorali di Camera e Senato, nel quadro di un auspicabile equilibrio tra rappresentanza e governabilità”.

Per quanto riguarda il Pd “siamo stanchi di scelte improvvisate e di tweet superficiali, noi vogliamo studiare, vogliamo un orizzonte, vogliamo costruire un partito comunità. Non ci riteniamo pregiudizialmente contro, ma alternativi a Renzi e leali al Pd”. “Crediamo nel pluralismo delle idee – ha aggiunto Pesaresi – come valore fondativo da ricostruire e nella necessità si rafforzare il livello organizzativo, fondamentale per assicurare radicamento e vicinanza alle persone”. “Vogliamo dare sostanza alla parola sinistra – ha fatto eco Accardi – e far sì che non definisca solo una collocazione spaziale”. “Riteniamo – infine – essenziale distinguere la figura del segretario da quella del premier” rimettendo mano a quello che viene definito uno “statuto fasullo”.

“Siamo convinti che questa battaglia vada fatta dentro il Pd – conclude Chianella – dove ci sono tutte le condizioni per un confronto sano e democratico e per cambiare politiche e orientamento”. “Occorre utilizzare la campagna congressuale per riallacciare rapporti con gli iscritti – recita il documento nelle sue conclusioni – ascoltare e raccogliere le ragioni del disagio e del disimpegno; aiutare il ritorno alla militanza attiva nel Pd, che, a partire dai circoli, deve presentarsi come una comunità aperta e popolare, in cui il confronto aperto sia strettamente legato all’iniziativa politica su temi locali e nazionali. Oltre agli iscritti occorre guardare alle energie nuove che dobbiamo attrarre, accogliere, nel partito. Le primarie aperte siano un momento largo di contaminazione del Pd, dei militanti con i giovani, i lavoratori, i cittadini”.

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