Aspra critica di Mister Elio al Perugia calcio, in campo una squadra di latta

di Elio Clero Bertoldi
PERUGIA – Ci si é chiesti, più volte, in questa stagione se il Perugia fosse “oro, ferro o rame”, ma le alternative sono risultate del tutti appropriate. La squadra di Massimiliano Santopadre non é fatta di alcuno di questi metalli, più o meno pregiati. É di latta, volgare e inconsistente latta. Lo hanno dimostrato, ancora una volta e senza alcuna attenuante, i biancorossi nella partita in cui avrebbero dovuto mettere in campo almeno una manciata di orgoglio, se non per la maglia, almeno per se stessi. Invece nulla di nulla.  Le 17 sconfitte in 38 giornate, parlano da sole. E le 7 sconfitte e i 5 pareggi interni hanno trasformato il Renato Curi, una volta un fortino difficile da espugnare, in una terra di facile conquista.

Se fossimo chiamati ad esprimere un giudizio col “pollice verso”, come avveniva una volta nelle arene nei combattimenti tra gladiatori, si potrebbero salvare, a Venezia e in tutta la stagione – mio personale giudizio – Vicario per la qualità e la continuità, Melchiorri per la serietà professionale e Falcinelli per l’ardore agonistico. Il resto? pura fuffa. Ecco perché le responsabilità vanno ricercate – come ci siamo sforzati di indicare da tempo – nella sconvolgente miopia della società e non certo, non almeno in prima istanza, nella competenza dei tecnici che si sono succeduti sulla panchina. La quasi totalità della “rosa” é risultata formata da signorine tutte moine e leziosaggini, ma di nessuna sostanza e spessore. Ancora una volta puntare sulle “scommesse” (squadra rinnovata in toto o in gran parte ogni anno, giovani da far maturare, infortunati da recuperare, squalificati di lungo corso da riconvertire) ha fornito un risultato scoraggiante, se non umiliante. Il Perugia, comunque vada la coda del torneo, non si é trovato mai così in basso negli anni trascorsi con Santopadre, in serie B.

E Roberto Goretti? ha commesso errori madornali anche lui? Dopo anni di meritati riconoscimenti forse qualcosa da farsi perdonare potrebbe averla anche lui. Tuttavia il direttore tecnico ha speso per quanto gli é stato concesso di investire sul mercato (e risulta evidente che fare le nozze coi funghi é miracolo molto raro) e per di più nelle ultime settimane é venuto a trovarsi persino isolato. Eppure l’assoluzione per “insufficienza di prove”, nel giudizio dei più, potrebbe ottenerla.

“E adesso, pover’uomo?”. Il titolo – non il contenuto – del romanzo di Hans Fallada calza a pennello, come un abito di alta sartoria, al Perugia di questo agosto che si annuncia carico di sofferenze. Allo stato attuale la squadra dovrebbe misurarsi col Pescara (andata e ritorno ed in caso di parità, tempi supplementari e rigori), ma le carte potrebbero venire sparigliate dalla sentenza attesa per il ricorso del Trapani sulla penalizzazione subita per non aver pagato i dipendenti nei tempi stabiliti dalle norme. La giustizia sportiva, molto spesso, si esprime in modo pilatesco e clientelare e così, invece, di sentenziare prima della fine del campionato, senza recriminazioni e colpi di scena, si é riservata il giudizio alla immediata vigilia dei play out. In modo che la discrezionalità potrebbe servire, al momento opportuno, agli amici degli … amici. Quelli più vicini al potere. Chiunque essi siano.

Non é soltanto per la crisi economica e per i calendari cervellotici e spalmati su più giorni per curare gli interessi dei grandi network che i tifosi stanno perdendo l’appeal per il calcio…
Adesso i “rumores” dicono che Santopadre, secondo suo costume, potrebbe giubilare Oddo e affidare la squadra ad un altro tecnico. Io suggerirei, invece, che in panchina andasse il presidente. Che ci mettesse lui, la faccia. D’altro canto il proverbio recita che “l’occhio del padrone ingrassa il cavallo”. Hai visto mai che un adagio popolare dica il vero…

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