Attacco aereo ha colpito basi militari siriane tra le Aleppo e Hama


04/30/2018 Attacco aereo ha colpito basi militari siriane tra le Aleppo e Hama  Nella serata di ieri un attacco aereo ha colpito diverse base militari siriane tra le province di Aleppo e Hama. A due settimane dal raid aereo congiunto di Stati Uniti, Francia e Gran Bretagna, il governo di Damasco ha denunciato ieri una nuova aggressione esterna, missili “nemici” come riporta la tv di Stato.

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Una serie di terribili esplosioni ha scosso la notte scorsa due province nel nord della Siria dove diversi missili hanno colpito installazioni militari provocando decine di morti, forse anche iraniani. Come per diversi altri attacchi simili l’ ipotesi che circola è che l’ attacco sia stato compiuto da Israele, il quale però, come da prassi, non ha confermato né smentito. Il bombardamento è avvenuto mentre crescono pericolosamente le tensioni tra Israele e Iran, accusato questa sera dal premier israeliano Benyamin Netanyahu di avere mentito per anni sul suo programma nucleare per nascondere le sue intenzioni di dotarsi di armi atomiche. Le forze armate di Damasco hanno parlato di “una nuova aggressione” che ha colpito “alcuni siti militari nelle province di Aleppo e Hama”, ma non ha fornito alcun dettaglio.

L’attacco è avvenuto ieri sera alle 22.30 ora locale

L’attacco è avvenuto ieri sera alle 22.30 ora locale, diverse esplosioni si sono sentite nelle zone rurali delle due province. Diverse le versioni che da ieri vengono date così come diversa è la conta degli eventuali feriti. Secondo l’Osservatorio Siriano per i diritti umani, organizzazione basata a Londra e legata alle opposizioni al presidente Assad, in almeno due delle basi colpite sarebbero stati presenti soldati iraniani, nella città di Salhab, a ovest di Hama. Colpite anche basi governative intorno all’aeroporto di Aleppo.

L’agenzia russa Sputnik

L’agenzia russa Sputnik, citando fonti militari siriane, indica nel deposito di armamenti della 47esima Brigata dell’esercito siriano il target: le esplosioni, scrive, hanno provocato un incendio.

Il quotidiano Tishreen invece identifica i presunti responsabili nella “coalizione” a guida Trump, ovvero Usa e Gran Bretagna: i missili, aggiunge, sarebbero partiti da una base giordana. Ma le voci più insistenti parlano di un nuovo attacco da parte israeliana, dopo le ripetute incursioni e i ripetuti raid degli ultimi anni, intensificati subito prima dell’operazione statunitense su Damasco (pochi giorni prima jet israeliani hanno bombardato la base T4 a Homs, uccidendo sette soldati, di cui almeno quattro consiglieri militari iraniani).

Più di una fonte cita a riprova della responsabilità israeliana le dichiarazioni di ieri mattina del ministro della Difesa di Tel Aviv Avigdor Lieberman: “Non abbiamo intenzione di attaccare la Russia o di interferire nelle questioni interne siriane – ha detto durante la conferenza annuale del Jerusalem Post – ma se qualcuno pensa che sia possibile lanciare missili o attaccare Israele o anche la nostra aviazione, senza dubbio risponderemo e risponderemo con grande forza”.

Il chiaro riferimento è all’Iran, contro cui Tel Aviv imbastisce da anni una campagna diplomatica e militare che sta trovando in questi mesi il sostegno della nuova amministrazione statunitense, oltre a quello dell’Arabia Saudita. Sebbene Teheran non abbia mai attaccato il suolo israeliano o compiuto operazioni contro gli alleati Usa nella regione, la narrazione rimane la stessa e si radica nelle politiche mediorientali della presidenza Trump, farcita di falchi anti-iraniani e ora diretta a smantellare l’accordo sul nucleare siglato con il 5+1 nell’estate 2015.

Alta tensione anche a nord est, a Deir Ezzor, dove ieri scontri significativi sono esplosi tra le Forze Democratiche Siriane (federazione multietnica e multiconfessionale, guidata dalle Ypg curde è sostenuta dagli Stati Uniti) e truppe governative. Le Sdf hanno cacciato da quattro villaggi i soldati siriani che li avevano ripresi per alcuni pre nella giornata di ieri. Secondo fonti delle Sdf, a fermare l’avanzata governativa è stata la coalizione statunitense attraverso non meglio precisati “canali di de-escalation”. Non è chiaro dunque se i jet statunitensi o i Marines a terra abbiano preso a parte a scontri diretti con l’esercito siriano, una possibilità che metterebbe gli Usa in prima linea contro il principale alleato della Russia. Nena News

Il presidente siriano Bashar al-Assad ha denunciato oggi “l’ escalation dell’ aggressione contro la Siria”, all’ indomani del lancio di alcuni missili contro alcune postazioni militari del regime di Damasco. Nella notte, i media di stato siriani hanno denunciato una “nuova aggressione”. Secondo quanto riportato, diversi missili hanno colpito durante la notte basi militari nella province di Aleppo e Hama. Non sono stati forniti ulteriori dettagli, in particolare sui responsabili dell’ attacco.

 

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