Il presidente Giuseppe Conte, a Norcia, è stato accolto da contestazioni

Il presidente Giuseppe Conte, a Norcia, è stato accolto da contestazioni

Giuseppe Conte e’ stato accolto da una breve contestazione da parte dei comitati per la ricostruzione dei di Norcia e Arquata dopo il terremoto del 2016. “I terremotati sono qua. Non ci rappresentano piu’ , dopo tre anni, i sindaci“, hanno gridato i cittadini, circa una cinquantina, tra i ‘ buh‘ . Il premier, accompagnato dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio Vito Crimi, si e’ pero’ subito avvicinato per ascoltare le ragioni degli esponenti dei comitati che reggevano cartelli con l’ immagine di Pinocchio e striscioni ‘ Senza ricostruzione non c’ e’ piu’ futuro. Ciarlatani tutti’ o ‘ Il tempo e’ scaduto. Aridateci Arquata i nostri Paesi’ . Al tremine del breve confronto, il premier si e’ chiuso in una riunione a porte chiuse coi sindaci della zona.

Dopo una breve introduzione pubblica, al Centro di valorizzazione di Norcia, Giuseppe Conte ha invitato la stampa a lasciare la sala prima di iniziare la riunione tecnica coi sindaci dei Comuni della zona colpiti dal terremoto del 2016. “Questa e’ una riunione operativa“, ha spiegato il premier. La decisione e’ stata contestata da un esponente di Fratelli d’ Italia, il sindaco di Leonessa, Paolo Trancassini: “Il palazzo, piu’ e’ di vetro, meglio e‘ “, ha obiettato. “Non credo che sia una riunione segreta o di aver voluto dare il senso di una riunione segreta“, ha tagliato corto il presidente del Consiglio.

Cittadini e comitati spontanei di Umbria e Marche che protestano “contro la lentezza della burocrazia e per la ricostruzione pesante che fa fatica a partire” hanno accolto, così quindi, il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte al suo arrivo a Norcia. I cittadini hanno esposto striscioni con scritto ” Le persone se ne vanno, le imprese chiudono, i servizi non ripartono, la ricostruzione è ferma, quindi Norcia muore” , ” Senza ricostruzione non c” è futuro” e ” Aprite i cantieri”. Hanno quindi spiegato al premier che “dopo due anni e mezzo la ricostruzione è ferma e i tecnici hanno difficoltà nell’interpretazione del quadro normativo”.

Con un Ufficio speciale per la ricostruzione a loro avviso “depotenziato rispetto alle necessità effettive“. “Norcia rischia il collasso del sistema economico – hanno detto – e il rischio è quello dello spopolamento in zone già critiche prima del terremoto. Ci sentiamo lasciati soli”.


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