La figura dell’infermiere sempre più centrale nella società umbra

Quanto alla contrarietà espressa dal 40% degli intervistati


La figura dell’infermiere sempre più centrale nella società umbra

La figura dell’infermiere – Aiutare le persone, 50% del campione con una professione considerata, dal 47 per cento degli intervistati,  con un grande valore sociale. E’ quello che pensa la gente, secondo il sondaggio Swg, rispetto agli infermieri e alle infermiere. Il 39 per cento evidenza il gravoso impegno fisico e mentale.  I giovani non vedono di buon occhio il percorso di studi, troppo lungo per il 18% per giungere alla laurea. I dati sono stati forniti in occasione della “Giornata internazionale dell’infermiere” che si è tenuta anche a Perugia alla Sala dei Notari. E sono frutto di una ricerca demoscopica che il sindacato Nursind ha commissionato ad Swg.  Tra i numeri c’è anche un nervo scoperto ed è quello della appetibilità della professione: oltre 2 italiani su 3 supporterebbero la scelta di una persona cara di iscriversi al corso di laurea in Infermieristica, ma il dato, come evidenzia Swg, è in sensibile calo rispetto all’indagine Censis condotta nel 2012: -15%, che diventa -18% tra i più giovani. Le basse retribuzioni, infine, sono una piaga per il 58% degli italiani. La Regione Umbria si unisce alle celebrazioni della Giornata internazionale dell’infermiere del 12 maggio, con l’assoluta consapevolezza del ruolo centrale che gli oltre 4.000 infermieri operanti nella nostra regione, svolgono per i bisogni di salute della popolazione.

Quanto alla contrarietà espressa dal 40% degli intervistati rispetto all’esercizio della libera professione, secondo il segretario Nursind “tradisce soltanto un attaccamento della gente alla sanità pubblica e alle sue figure di riferimento. Non a caso, infatti, oltre metà del campione non esclude più autonomia decisionale e maggiori competenze per gli infermieri e il 62% fruirebbe anche delle nostre prestazioni a pagamento. A dimostrazione – conclude Bottega – di una professionalità ampiamente riconosciuta e percepita, soprattutto su prestazioni e medicazioni che non abbiano a che fare con diagnosi e prescrizioni terapeutiche”. La Regione Umbria si unisce alle celebrazioni della Giornata internazionale dell’infermiere del 12 maggio, con l’assoluta consapevolezza del ruolo centrale che gli oltre 4.000 infermieri operanti nella nostra regione, svolgono per i bisogni di salute della popolazione.

Per l’assessore alla Salute, l’emergenza pandemica ha evidenziato ancor di più il legame di fiducia tra cittadini ed infermieri, per la loro professionalità e soprattutto per la capacità di instaurare una relazione empatica nell’assistenza alle persone malate e ai loro familiari, sia nei contesti ospedalieri che in quelli territoriali.

Per uscire dalle difficoltà che sta vivendo il sistema sanitario è imprescindibile l’apporto qualificato degli infermieri che grazie alle loro competenze scientifiche, organizzative e relazionali, rappresentano il punto di riferimento per un’adeguata assistenza e per la presa in carico del paziente nei vari setting.

Coerentemente con gli obiettivi del PNRR e con i decreti di riorganizzazione dell’assistenza territoriale gli infermieri, in costante integrazione con altri professionisti, saranno i protagonisti delle attività delle Case di Comunità, degli Ospedali di comunità, dei team di Cure intermedie, delle Centrali operative territoriali, con l’obiettivo di garantire un’assistenza sempre più appropriata e vicina al domicilio delle persone.

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