Lorenzo Brunetti, l’agente notturno aggredito, si racconta, video dichiarazione
Costretti a pagare una vigilanza privata, non più padroni degli spazi, delle case e della loro sicurezza. Gli abitanti di Fontivegge in crisi. Basta andare a far visita sotto al famigerato 107 di via Mario Angeloni per capire come si vive nell’area della stazione ferroviaria di Fontivegge. “Io sono un appassionato di architettura – racconta la guardia giurata della MondialPol, Lorenzo Brunetti – e qui comprai casa perché credevo nel progetto dell’architetto Rossi, e invece…”.
Non ha paura, è un atleta, non ha paura perché ha scelto di vivere il suo lavoro di notte, ha scelto il quartiere più difficile della città e vive lì, con la sua compagna. Dopo l’aggressione di ieri sera (ore 21) ad opera di un tunisino, che era insieme ad altri suoi connazionali, è tornato al lavoro. Eppure aveva ricevuto una bottigliata sul fianco e un cazzotto in faccia. Senza, ancora sapere, che tra quei “bulli di notte” ce n’era uno che, di lì a poco, sarebbe stato ucciso. Sì, perché Lorenzo, suo malgrado si è imbattuto in soggetti decisamente poco raccomandabili.
Lui aveva chiesto loro, poco prima dell’aggressione, di togliersi dal porticato in quanto, oltre ad intralciare le persone che passano, erano seduti su una proprietà privata. Apriti cielo, i magrebini, in particolare uno – che è stato già denunciato – gli si sarebbe fiondato addosso con una bottiglia. Gliel’ha scagliata contro, i vetri, si vedono nelle immagini video, sono sparpagliati sulle scale. La bottiglia quindi, per fortuna l’ha colpito sul fianco, si è rotta in mille pezzi.
Non domo, il nordafricano gli ha “sganciato” un pugno in faccia. Una brutta avventura, insomma, ma che non è niente rispetto a quanto accaduto qualche ora dopo poco distante. Quel quartetto si è forse scontrato con un altro gruppo e per un regolamento di conti ci è scappato il morto.
L’ennesimo, per la verità, racconta la cronaca nera di Perugia, in particolare, della zona di Fontivegge “The Bronx” del capoluogo dell’Umbria.
Lorenzo Brunetti è stato ascoltato in Questura dove, probabilmente avrà aiutato gli agenti nel riconoscere i malviventi. Non ne parla lui, ovvio, c’è un’indagine in corso e si rischia di far danno all’investigazione della polizia, ma è la procedura.
Vivere a Fontivegge vuol dire avere coraggio, lo stesso coraggio che Lorenzo ha dimostrato questa notte e nel voler, ostinatamente, restare a vivere al 107. Non ha paura e rilascia una lunga dichiarazione. Un fatto però è certo, di persone come lui non se ne trovano molte e, al di là del coraggio individuale, è ora che per Fontivegge, “Bando delle periferie” o no, si faccia, una volta per tutte, piazza pulita, o no?
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