Marini lancia al Defr Cantiere Umbria 4.0, intervista con la Presidente

Proposta a confronto Defr, per presidente "la ripresa c' è"

Marini lancia al Defr Cantiere Umbria 4.0, intervista con la Presidente

Creare un “cantiere per un’Umbria 4.0” è la proposta lanciata dalla presidente della Regione Catiuscia Marini nella riunione di concertazione sul Documento di economia e finanza 2018-2020. Obiettivo è di approfondire i temi della crescita e dello sviluppo così da consolidare ed agganciare la ripresa. Proposta accolta dalle parti economico, sociali e istituzionali presenti all’incontro.
“Una ripresa – ha ribadito Marini – che, come dimostrano dati, analisi e previsioni, in Umbria c’è, in sintonia con quanto accade nelle regioni del centro nord. Lo dicono le nostre imprese, i servizi, la scuola e l’università che questa regione sa esprimere.

Il perimetro su cui lavorare sarà il cambiamento digitale, la discontinuità tecnologica e l’impatto che essa ha su lavoro e occupazione, un tema che riguarda la società nel suo complesso. E’ un impegno che dobbiamo assumerci nell’interesse dell’Umbria e che è necessario ed urgente per individuare ed attuare il programma di lavoro del prossimo triennio”.

PERUGIA – L’Umbria sta reagendo positivamente alla crisi e nell’ultimo triennio dati, stime e indagini quantitative e qualitative mostrano un trend positivo delle principali “performance” economiche e segnali di ripresa nel mercato del lavoro: è quanto emerso nel corso dell’illustrazione del Documento di Economia e finanza 2018-2020. L’Umbria, insieme all’Italia – è stato ricordato – ha passato la più grave crisi dal dopoguerra tra il 2008 ed il 2014 che ha portato, in particolare  tra il 2008 e il 2009,  a perdite di oltre il 30% del valore aggiunto nel manifatturiero e di oltre 5 punti percentuali nelle costruzioni e nei servizi di mercato. Tuttavia nel 2015,  secondo i dati Istat, la crescita  del Pil umbro è stata dell’1,8%, e quindi nettamente superiore alla media nazionale.

Una tendenza confermata anche per il 2016 dalle stime della Banca d’Italia con un più 0,6%. Il segno positivo  registrato per due anni consecutivi fa dunque presumere una ripresa non episodica per  la regione che inizia ad uscire da una  crisi che ha profondamente segnato quasi tutto l’ultimo decennio. Diversi istituti di ricerca e Istituzioni (tra cui Bankitalia e Prometeia) stimano nel periodo 2015-2017 un’inversione di tendenza.

Anche l’Osservatorio Banche Imprese (OBI) segnala una ripresa dell’economia regionale nel periodo 2014-2017 con un aumento medio annuo del valore stimato sopra all’1% e dunque tra i più dinamici del centro nord.  In particolare nei primi mesi del 2017 la crescita dell’economia regionale si  è rafforzata  come sembra emergere da diversi segnali positivi che derivano dall’analisi dei dati congiunturali e tendenziali e come testimoniano l’aumento del fatturato dell’industria, il miglioramento delle condizioni di redditività e liquidità delle imprese e dei relativi piani di investimento e segnali di miglioramento nel terziario, con dati incoraggianti anche nel settore del turismo dopo un primo semestre condizionato dall’effetto sisma.

Secondo gli ultimi dati dell’Osservatorio Unioncamere regionale nel manifatturiero, la produzione 2017  mostra un +1,5% rispetto allo stesso trimestre del 2016, con dati positivi per le industrie dei metalli, chimiche, del legno e del mobile soprattutto per le imprese medie.  Così gli ordinativi segnano un aumento dello 0,9% su base annuale e sono in crescita quasi in tutti i settori, incluse le imprese artigiane (+ 1,2%) e ad eccezione delle imprese alimentari.

In questo quadro è il commercio che sembra ancora faticare ad uscire dalla crisi, soprattutto la piccole distribuzione di prossimità. In particolare, nel secondo trimestre 2017 le vendite registrano un meno 2,2%, con cali più significativi per il commercio al dettaglio, mentre gli ipermercati registrano un +0,6%.

Relativamente all’export, nonostante la situazione altalenante ed ancora distante dalla piena internazionalizzazione del sistema produttivo a livelli delle regioni più dinamiche, l’Umbria mostra dati che sembrano incoraggianti in considerazione che nell’ultimo triennio la “performance” regionale rimane sempre con il segno positivo e con un aumento,  tra 2015 e 2017,  del 9,5% rispetto al 7,9% italiano.

Nei primi sei mesi del 2017 l’export ha fatto registrare un incremento del 5% rispetto allo stesso periodo del 2016 (grazie anche al più che positivo andamento del settore siderurgico), mentre a livello nazionale si riscontra un più 8%.

Sul fronte del turismo l’Umbria sembra tornare ad essere progressivamente una meta apprezzata, recuperando arrivi e presenze dopo il sisma 2016. Il primo segno positivo, su base regionale, è stato registrato a settembre scorso, con un +6,1% negli arrivi e +3,4% nelle presenze; particolarmente significativo e degno di nota – secondo l’Osservatorio – è stato l’aumento dei flussi di turisti italiani (+14,4% arrivi e +11,8% presenze).

Entrando nel merito maggiori criticità strutturali presenti nell’economia regionale, nel Defr si evidenzia che queste sono legate soprattutto al permanere della ridotta dimensione delle aziende umbre, alla qualità dell’occupazione, alla difficoltà di accesso al credito in particolare per le microimprese. Sul versante dell’occupazione  nel 2017 la crescita dell’occupazione alle dipendenze, rilevabile dai dati Istat, ha riguardato rapporti di lavoro a tempo determinato. Secondo i dati l’INPS relativi ai  primi sette mesi dell’anno, c’è stata una  ripresa marcata del numero delle occasioni di lavoro alle dipendenze (47.344 ingressi, +25% rispetto al 2016),  legata però in gran parte a contratti a termine e, in misura minore, ai contratti di apprendistato. Nel caso delle occasioni di lavoro a tempo indeterminato si registra invece una riduzione (6.712, –9%).

Relativamente alle prospettive, i trend di medio-lungo periodo sono previsti in positivo, anche sopra la media nazionale, sia per la competitività che per l’occupazione.

Alcune delle criticità strutturali, che la crisi ha  acuito, richiedono una risposta di tutto il «sistema Umbria». In questo ambito gli indirizzi di programmazione del Defr per il 2018 si muovono su cinque assi di azione che riguardano: il rafforzamento delle politiche di riforma istituzionale,  con la razionalizzazione ed efficientamento delle Partecipate, l’attuazione delle funzioni associate dei Comuni e la  Centrale unica acquisti; l’utilizzo dei fondi strutturali per incidere sulla dimensione aziendale, sull’internazionalizzazione, sull’innovazione in tutti i settori produttivi, per accrescere la qualità agricoltura e posizionare  l’immagine turistica della regione; investimenti per lo sviluppo sostenibile nell’ambito delle politiche di programmazione territoriale, delle infrastrutture e dei servizi per la mobilità e della  gestione efficiente dell’energia e dei rifiuti; il miglioramento del sistema di welfare regionale, con l’adozione del  Nuovo Piano Sanitario, l’utilizzo dell’FSE per politiche sociali; la programmazione integrata territoriale per l’Agenda Urbana, le Aree Interne, ITI Trasimeno.

A ciò si affiancano misure e strumenti legati alla ricostruzione e alla ripartenza economica delle aree colpite dal sisma 2016, per le quali verrà istituito un apposito tavolo con associazioni datoriali e sindacati, anche in considerazione delle novità che per il prossimo anno verranno   introdotte dai decreti del Governo e dalle Ordinanze commissariali.

Si tratta – è stato sottolineato – delle prime misure che intendono dare un ulteriore contributo al positivo trend in atto, che presuppongono però anche ulteriori sforzi, anche più intensi, da parte dell’intero sistema regionale per contribuire al superamento di alcune criticità e ad un consolidamento ed irrobustimento della ripresa economica.

 

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