Messa in sicurezza la Basilica di San Benedetto a Norcia

Il progetto è curato e diretto dall'ingegner Claudio Modena

Messa in sicurezza la Basilica di San Benedetto a Norcia

PADOVA. La facciata della basilica di San Benedetto di Norcia è salva: ieri è stata messa in sicurezza con una poderosa struttura metallica che servirà a tenerla ferma, impedendone il crollo. Un importante progetto, volto alla sicurezza ed alla conservazione della chiesa, che porta la firma di un ingegnere dell’università di Padova, il professor Claudio Modena.

Di Silvia Quaranta Il Mattino
«La struttura – spiega il professore – pesa 25 tonnellate ed è alta 18 metri. È una specie di gabbia e serve fondamentalmente a tener ferma la facciata, rimasta libera dopo il sisma. Dietro ci sono quattro metri di macerie ed era in pericolo. La struttura metallica è stata posta a distanza, su tutta la piazza, ed è dimensionata in modo tale da poter reggere la spinta in entrambe le direzioni: sarà completata con la parte che avvolge la facciata e la tiene su. Questo tipo di struttura tubo-giunto – aggiunge Modena – si usa frequentemente per i ponteggi: la fase più delicata era il posizionamento, perché andava fissata in punti precisi».

Il monumento, la cui prima ricostruzione risale al 1200, era stato elevato al rango di Basilica Minore da Paolo VI, nel 1966, ed era considerato uno dei simboli della regione. L’incredibile immagine della facciata, unica parte rimasta quasi intatta, ha fatto il giro del mondo, ma la stabilità era solo apparente e il pericolo di crollo in costante agguato.

Per questo, in appena un mese e mezzo di lavoro, è stata realizzata la “gabbia” che ora dovrebbe metterla in salvo. È stata posta a ridosso della facciata con una grande gru ed è stata fissata su due piattaforme in cemento, realizzate a ridosso del sagrato della basilica.

Una volta posizionata sarà poi “legata” con delle fasce che andranno ad avvolgere la facciata stessa, così da impedire eventuali oscillazioni. Il progetto, curato e diretto dall’ingegner Claudio Modena e condiviso dal Nucleo Interventi Speciali dei Vigili del Fuoco, è stato eseguito dalle squadre dei Vigili del Fuoco, coordinate dai tecnici dello stesso Nis sotto la supervisione della Soprintendenza Archeologia Belle Arti e Paesaggio dell’Umbria. L’intervento è stato finanziato dal Ministero dei beni e delle attività culturali.

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