Salvini su Facebook: “Gravissima violazione di un’altra nave ong. Ora basta. Vada in Olanda. Le imbarcazioni di pseudo volontari non toccheranno più suolo italiano” “Avete fatto un braccio di forza contravvenendo alle indicazioni della Guardia costiera e italiana e libica. Bene questo carico ve lo portate in Olanda”. Così – in diretta Facebook dal suo ufficio al Viminale il ministro dell’Interno Matteo Salvini annuncia alla nave della Ong tedesca battente bandiera olandese, Lifeline, che i 350 migranti soccorsi all’alba di oggi non saranno accolti in Italia. “Le navi Ong di questi pseudovolontari – ha ribadito Salvini – nei porti italiani non metteranno piu’ piede ma anche le nostre navi militari e della Guardia costiera, che meritoriamente continuano a salvare vite umane, staranno piu’ vicine alle coste italiane. Non possono fare piu’ da sole. Ci sono altri che devono intervenire, la Tunisia, Malta, Francia, Spagna”.
Salvini ha mostrato la lettera che il ministro degli Esteri ha inviato il 16 giugno all’Ambasciata olandese chiedendo spiegazioni sull’attivita’ della Lifeline senza ottenere alcuna risposta.
da Alessandra Ziniti (Repubblica)
Si profila dunque un nuovo braccio di ferro nel Mediterraneo dopo che questa mattina la nave della Lifeline ha soccorso circa 350 migranti, chiedendo aiuto alla guardia costiera italiana perché inviasse sul luogo anche i mercantili piu’ vicini. Anche il ministro delle Infrastrutture Toninelli, da cui dipendono i porti, è intervenuto chiedendo alla Guardia costiera di avviare un’indagine: ” È notizia di queste ore che la nave Ong Lifeline sta agendo in acque libiche fuori da ogni regola, fuori dal diritto internazionale. Hanno imbarcato circa 250 naufraghi senza avere i mezzi tecnici per poter garantire l’incolumità degli stessi naufraghi e dell’equipaggio”, ha detto Toninelli che ha aggiunto: “L’indagine dovrà verificare l’effettiva corrispondenza tra il vessillo battuto dalla nave e l’appartenenza a quella stessa nazionalità. Il diritto del mare non permette la navigazione a navi non regolari, la Lifeline non sta collaborando con la guardia costiera Libica che, dalle prime informazioni acquisite, stava intervenendo per salvare i migranti e riportarli su suolo libico. Operazione di sua stretta competenza, trattandosi di eventi accaduti in mare libico. Non abbiamo nulla contro le ONG ma siamo e continuiamo ad essere per il rispetto della legalità. Soprattutto quando si parla di vite umane”.
L’indagine chiesta da Toninelli sulla corrispondenza della bandiera battuta dalle navi con l’effettiva appartenenza al paese di iscrizione della nave e’ stata chiesta anche per la Ong Seefuchs.
Nelle stesse ore è scattato l’allarme per un’altra possibile tragedia del mare con il timore di un centinaio di vittime. Due migranti sono stati infatti soccorsi da pescatori libici che li hanno recuperati a 19 chilometri a est di Al Zawiyah, 45 chilometri a ovest di Tripoli. I due, sudanesi, erano aggrappati ai resti di un barcone in legno affondato. Hanno raccontato che a bordo erano un centinaio di persone, quasi tutte del Sudan, fatte salire dai trafficanti a bordo di questa imbarcazione fatiscente che avrebbe cominciato ad imbarcare acqua dopo poche ore con il motore ormai spento.
A dare notizia del naufragio, con le foto dei superstiti, il sito migrace.org.
Continuano dunque i naufragi in mare, che si susseguono a ritmo quotidiano da qualche giorno a questa parte facendo impennare il numero delle vittime. La polizia di Pozzallo, che questa mattina ha arrestato il presunto scafista dell’ultio sbarco di migranti arrivati mercoledi con la nave Diciotti della guardia costiera, ha confermato che le vittime dle naufragio del 12 giugno sarebbero ben 76. A bordo del gommone spezzatosi in due e poi intercettato dalla nave Trenton della Us navy sarebbero stati in 117 come hanno testimoniato due gemelle di 19 anni che hanno perso una terza sorella. E tra le vittime ci sarebbero anche una donna incinta e una giovane mamma con la sua nenonata di pochi mesi.
Altri due naufragi, con il recupero di 15 salme, sono stati segnalati dalla Guardia costiera libica.
Ed è proprio l’alto numero di vittime di questi giorni, in concomitanza con l’aumento dei flussi dalla Libia e a fronte di una inadeguatezza del dispositivo dei soccorsi militari, che ha spinto la Aquarius di Sos Mediterranee a riprendere il camminoda Valencia verso la zona Sar ( dove arrivera’ tra sabato e domenica). Anche la Open Arms della pagnola Proactiva e’ appena rientrata in zona Sar dopo il fermo della nave sequestrata dalla Procura di Catania che e’ stata poi smentita dai giudici del Riesame.
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