Pd, si farà la cena tra Calenda, Gentiloni, Renzi e Minniti



Pd, si farà la cena tra Calenda, Gentiloni, Renzi e Minniti Paolo Gentiloni, Matteo Renzi e Marco Minniti hanno accettato l’invito a cena di Carlo Calendaper discutere del futuro del Pd. Lo conferma l’ex ministro dello Sviluppo economico su Twitter: “La data è stata spostata, e per evitare l’ennesimo tormentone sul Pd rimane riservata”, ha dichiarato Calenda, che in un primo momento aveva dato appuntamento ai tre esponenti del partito per la sera di martedì 18. “Sono molto contento è un gesto di responsabilità di tutti i partecipanti. Bene così. Ottima notizia”, ha ribadito l’ex ministro (LA STORIA DEL PD).

Gentiloni: “Accetto, ma problemi non si risolvono con una cena”. Ieri sera l’ex premier Paolo Gentiloni aveva annunciato dal palco della festa dell’Unità di Modena che avrebbe partecipato alla cena, precisando però anche che “se qualcuno pensa che i problemi del Pd si risolvono perché alcune persone si vedono a cena, forse non ha esattamente chiaro cosa sia il Partito Democratico”.

La controproposta di Zingaretti: “Cena in trattoria con un operaio e uno studente”. Alla proposta della cena risponde quello che al momento è l’unico candidato ufficiale alle primarie del Pd, Nicola Zingaretti. La controproposta del governatore del Lazio è una cena “con un imprenditore, un operaio, uno studente, un professore, un volontario, un professionista”. “Per un congresso diverso, aperto e partecipato, la prossima settimana – ha spiegato Zingaretti – ho organizzato in trattoria una cena con un imprenditore del Mezzogiorno di una piccola azienda, un operaio, un amministratore impegnato nella legalità, un membro di un’associazione in prima fila sulla solidarietà, un giovane professionista a capo di una azienda start up, una studentessa ed un professore di liceo”.

Boccia: “Pd non è Spa, non si scioglie”. Intanto continua a creare polemiche la proposta di Matteo Orfini di sciogliere il Pd. Dopo la replica del segretario nazionale del Partito democratico Maurizio Martina che, escludendo questa opzione, aveva auspicato invece “un passo avanti per il futuro, nel segno della giustizia sociale e della solidarietà”, è intervenuto anche Francesco Boccia: “Non esiste che il Pd si sciolga e che a proporlo sia addirittura un gruppo dirigente scaduto, delegittimato e protagonista di questo fallimento”, attacca l’esponente del partito ai microfoni di Radio Radicale. “Siamo tutti responsabili di questa condizione e nessuno di noi può pensare di proporre una soluzione così. Non ne abbiamo il diritto per rispetto dei nostri elettori e della nostra storia – ha aggiunto – Pensare di sciogliere il partito e fondarne un altro, avendo fatto questo disastro, è semplicemente folle. Il Pd non ha proprietari, non è una Spa”. (Sky TG 24)

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