Sarah Bistocchi interviene sul caso Nilo Arcudi, la Minoranza non molla

Sarah Bistocchi interviene sul caso Nilo Arcudi, la Minoranza non molla

di Sarah Bistocchi
Grazie presidente. Io comincio sgombrando subito il campo. No, non da qualsiasi dubbio su qualsivoglia legame tra la ‘Ndrangheta e le istituzioni della città di Perugia: questo dovete farlo voi, e noi stiamo ancora aspettando. Perché non basta venire in aula e dire che la mafia fa schifo. Occorre mettere in campo tutte le azioni possibili di monitoraggio e contrasto a questi fenomeni. E se pensate che lo stiate facendo, allora sappiate che avete una percezione sbagliata.

Qualcuno qui pensa che, finalmente!, questo sia l’ultimo atto di una guerra personale. Non avete capito niente. Non è vera né l’una, né l’altra cosa. Intanto, questo non è l’ultimo atto. Questa non è, per fortuna, l’ultima volta che noi dibattiamo a Palazzo dei Priori di infiltrazioni mafiose, penetrate a quanto pare non solo nel tessuto economico e sociale, ma perfino nel drappo politico e istituzionale della nostra città. Io ricordo che il centro sinistra ha avanzato la richiesta di istituire una Commissione Consiliare Speciale sul tema delle infiltrazioni mafiose e delle azioni politiche per il loro contrasto, che tutta la maggioranza si era presa l’impegno di sottoscrivere. Ecco, questo è stato il vostro primo impegno mancato. Perché quella richiesta non è vero che porta tutte le vostre firme, come avevate promesso davanti alla stampa.

Non solo, il Gruppo del Partito Democratico ha richiesto un Consiglio Grande sul tema per tenere alta la guardia contro ogni opacità, illegalità e malaffare. Una proposta raccolta da cittadini e associazioni, che sentono il dovere e che hanno il diritto di sapere cosa sta succedendo nella propria città. Non a caso, come vedete, quando parliamo di questi temi la sala del consiglio è gremita. L’ultima volta era stato in occasione dell’insediamento del sindaco Romizi, e dell’elezione a Presidente del Consiglio di Arcudi.

Inoltre, non è una guerra personale. Il nome del Presidente del Consiglio Nilo Arcudi emerge dalle intercettazioni -ambientali, non telefoniche- effettuate all’interno dell’ambito della maxi operazione antimafia condotta della Polizia di Stato. Arcudi non è indagato, questo è un fatto; e tuttavia, abbiamo da subito ritenuto che non fosse più opportuno, né per se stesso né per la comunità che rappresenta -e cioè l’intero Consiglio comunale, e dunque l’intera città- che continuasse a ricoprire quel ruolo, di garanzia e a tutela di tutti. Gli abbiamo chiesto un passo indietro in modo spontaneo, un’azione in capo a lui stesso, in modo tale da tutelarne la dignità del ruolo, e anche della persona. Non avendo ravvisato però a distanza di tempo da parte sua nessuna intenzione di farlo, abbiamo depositato la proposta di revoca del Presidente del Consiglio comunale, ai sensi dell’art. 21 del Regolamento del Consiglio stesso.

E’ chiaro che la maggioranza, lo stesso Arcudi, e ovviamente il Sindaco, che oggi voterà come tutti gli altri consiglieri comunali, hanno la possibilità e i numeri per rigettarla. Perciò non c’è alcun motivo, ed è anzi grave, di minacciare ed intimorire rappresentanti delle istituzioni, con comunicati stampa dai toni intimidatori. Nei quali, peraltro, non si legge alcun tipo di rassicurazione, di impegno, di assunzione di responsabilità, nei confronti dei cittadini, sul fatto che verrà eliminato ogni dubbio, ogni ombra, ogni opacità sulla dignità, trasparenza, ed integrità delle Istituzioni.

Mai!, fino ad ora, nella storia del governo di questa città, un’azione politica, fatta in un alveo sempre istituzionale e mai personale, e condotta dall’intera opposizione a Palazzo dei Priori e non da un singolo, si era tramutata in un attacco ad personam nei confronti di un consigliere comunale, aggressivo nei contenuti e rozzo nei modi.

Non si può tenere una linea così aggressiva e così pesante, soprattutto dopo aver tentato di giocare, evidentemente invano, un’altra carta, quella del vittimismo.Ci lascia molto perplessi il fatto che il consigliere Arcudi abbia veramente pensato e insinuato che la sua messa in discussione sia legata alle sue origini, alla sua provenienza, e non al suo ruolo, alla sua funzione. Anche io avrei potuto dire che sono stata attaccatasulla stampa in modo tanto scomposto sul piano personale perché sono una donna. Ma è proprio così? Io credo di no. Allora i pregiudizi, consigliere Arcudi, sono un’altra cosa, sono una cosa seria. Cerchiamo di non scomodarli inutilmente.

Non abbiamo chiesto la revoca del Presidente del Consiglio perché giustizialisti, o, peggio, perchè famelici, affamati, di ruoli o incarichi: lo dice la nostra storia, la nostra cultura, e il nostro stile, anche in questa vicenda. Non conduciamo battaglie politiche perché interessati all’impossessamento di poltrone, o alle loro sostituzioni. Ma avvertiamo, questo sì, forte, la necessità di contribuire a spazzar via ogni nube sulla integrità e sull’irreprensibilità delleIstituzioni, che devono essere terse, trasparenti e cristalline. Soprattutto quando si parla di infiltrazioni mafiose, e di tutto il marcio che si portano dietro.

Per questo, è bene che Nilo Arcudi, che oggi saggiamente -di questo gliene voglio dare atto- siede tra i banchi del consiglio -ma che non è un consigliere comunale semplice, sarebbe stato diverso, ma che rimane pur sempre il Presidente dell’Assemblea cittadina- per questo è bene che faccia un passo indietro. Chi non capisce questo, chi non ravvisa una forte inopportunità politica nel continuare a svolgere questo ruolo, e chi non reputa che questa sia, non UNA, ma LA motivazione politica alla base di questa proposta di revoca, o gli mancano i fondamenti, oppure è in malafede.

Perciò, Arcudi, non siamo noi a dover chiedere scusa. Il nuovo anno è cominciato, ma sempre all’insegna dei vecchi metodi: quelli intimidatori. Allora è bene che voi sappiate una cosa che rimarrà sempre la stessa, sempre quella: non funzionano. Non arretreremo di un millimetro nella lotta contro la ‘Ndrangheta.

Noi. E voi, che cosa pensate di fare? Il consigliere Arcudi conosce, ha mai visto, ha mai incontrato le persone che lo chiamano in causa? Il sindaco Romizi, che la prima volta ha fatto un’informativa, ma già la seconda, si vede che proprio è più forte di lui, si è già trincerato di nuovo nel suo noto silenzio, oggi che cosa ha intenzione di dire e di fare?

Secondo me un’idea i perugini se la sono fatta. Spero, per voi che governate, che sia in linea con la vostra. Perché cittadini scelgono una volta ogni cinque anni nelle urne, ma poi giudicano tutti i giorni. E giudicheranno anche questo.

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