Sequestro preventivo a carico di un detenuto calabrese, 600 mila euro

E’ un altro colpo ben assestato quello dell'UGeCO

Sequestro preventivo a carico di un detenuto calabrese, 600 mila euro

[quads id=1] PERUGIA – 3 appartamenti e 5 terreni, un’auto e disponibilità bancarie e quote societarie per un valore complessivo di circa 600 mila euro. E’ il valore del sequestro finalizzato alla confisca a carico di un calabrese. L’uomo, che si trova detenuto nel carcere di Capanne, era stato condannato nel 2014 per il reato di estorsione in appalti. La notizia è stata data questa mattina dal Procuratore generale, Fausto Cardella, insieme al pm Dario Razzi e ai vertici della Guardia di Finanza di Perugia. Le indagini, coordinate dalla Procura generale di Perugia, sono state svolte in sinergia dagli specialisti del Gico – alle dipendenze del nucleo di polizia tributaria di Perugia – e i componenti dell’Ugeco, l’ufficio generale, coordinamento e organizzazione, costituito nel 2016 su impulso del procuratore generale Fausto Cardella, a cui e’ affidato il supporto alla procura in diversi ambiti.

E’ un altro colpo ben assestato quello dell’UGeCO, ufficio generale, coordinamento e organizzazione, costituito nel 2016 proprio su imput di Cardella. Da allora, la Procura generale di Perugia insieme alle Fiamme gialle, ha disposto provvedimenti di sequestro di disponibilità economiche, quote societarie, beni mobili e immobili per un valore complessivo di oltre due milioni di euro.

Si tratta della aggressione ai patrimoni illecitamente accumulati da soggetti condannati per vari reati considerati di grave allarme sociale, in applicazione della cosiddetta confisca allargata dei beni di cui il condannato non puo’ giustificare la provenienza.

“E’ un lavoro che fa bene alla società – ha detto Cardella – e alle casse dello Stato, oltre ad avere un effetto deterrente”. Il lavoro svolto e’ stato illustrato dal sostituto procuratore generale della Repubblica, Dario Razzi che ha detto che “occorre risalire all’epoca dei fatti relativi alla sentenza di condanna e parallelamente ricostruire il patrimonio del soggetto interessato per verificare la compatibilità di tale situazione con la sua capacità reddituale. Se il soggetto che non ha capacità reddituale per giustificare il possesso di un certo patrimonio e quello e’ cronologicamente compatibile con i fatti per cui e’ avvenuta la condanna, il cerchio si può chiudere”.

In molti casi il legame tra il condannato e il patrimonio e’ più difficile da individuare per la “presenza di prestanomi senza legami con il soggetto e la stipula di contratti di mutuo, uno degli strumenti classici per schermare l’acquisto di beni immobili”, come ha spiegato il comandante del nucleo di polizia tributaria della guardia di finanza, Selvaggio Sarri.


IL COMUNICATO UFFICIALE

PERUGIA – Al termine di una complessa ed articolata attività investigativa, i militari del Comando Provinciale della Guardia di Finanza di Perugia hanno dato esecuzione, nei giorni scorsi, ad un provvedimento di sequestro finalizzato alla confisca disposto dalla Sezione Penale della Corte di Appello di Perugia nei confronti di un soggetto calabrese condannato nel 2014 in via definitiva per il reato di estorsione e gravato da altri pregiudizi penali anche nel settore del traffico di sostanze stupefacenti.

Le indagini sono state dirette e coordinate dalla Procura Generale di Perugia, che ha delegato sia gli accertamenti patrimoniali, sia l’esecuzione del decreto di sequestro finalizzato alla confisca. Il soggetto, stabilmente residente a Perugia dal 2001 ed attualmente detenuto presso la locale Casa Circondariale, rientra infatti nella platea di persone condannate dalla Corte di Appello di Perugia per le quali è possibile, anche in fase esecutiva, procedere agli accertamenti previsti dall’articolo 12 sexies del D.L. n. 306/92.

La normativa applicata si propone l’obiettivo di aggredire le ricchezze illecitamente accumulate nel corso degli anni da parte del soggetti condannati per reati di grave allarme sociale e prevede la confisca dei beni, o di qualsiasi altra utilità, di cui il condannato non possa giustificare la provenienza e di cui, anche per interposta persona fisica o giuridica, risulti essere titolare o avere la disponibilità a qualsiasi titolo, purché il valore di tali beni sia sproporzionato in relazione alla capacità reddituale dichiarata.

Fondamentale per il buon esito dell’intero accertamento è stata la sinergia investigativa tra gli “specialisti” del G.I.C.O. alle dipendenze del Nucleo Polizia Tributaria di Perugia ed i componenti dell’U.Ge.C.O. Ufficio Generale, Coordinamento e Organizzazione, recentemente istituito presso la Procura Generale di Perugia, di cui fa parte personale della Guardia dl Finanza, della Polizia di Stato e dell’Arma dei Carablnieri.

La collaborazione del G.I.C.O. con i militari della Guardia di Finanza ha consentito la ricostruzione storica ed attuale dell’ingente patrimonio riconducibile al condannato, intestate anche a terze persone compiacenti e risultato del tutto ingiustificato rispetto sia alla capacita reddituale documentata nonché all’attività economica esercitata.

Le risultanze del lavoro svolto dalle Fiamme Gialle perugine sono state rappresentate alla Corte di Appello di Perugia Sezione Penale la quale, in presenza dei requisiti richiesti dalla normativa vigente e dopo aver analizzato gli elementi forniti, ha disposto il sequestro finalizzato alla confisca di un patrimonio costituito da 3 appartamenti e 5 terreni, tutti ubicati nella Provincia di Perugia, nonché un’autovettura, disponibilità bancarie e quote societarie, per un valore complessivo di circa 600.000,00, ad oggi già affidato ad un Amministrare Giudiziario. 

Il risultato raggiunto testimonia, ancora una volta, il costante impegno profuso dalla Procura Generale di Perugia, in sinergia con i Reparti del Comando Regionale Umbria della Guardia di Finanza, in particolare, il Comando Provinciale di Perugia, nell’attività di contrasto alla criminalità organizzata, attraverso l’aggressione dei patrimoni illecitamente accumulati.

Proprio in tale ottica è stato costituito, nel 2016, su input del Procuratore Generale Dott. Fausto CARDELLA, il predetto U.Ge.C.O. -Ufficio Generale, Coordinamento e Organizzazione, a cui è andato l’incarico di coadiuvare e supportare sia lo stesso Procuratore Generale nonché i diversi Sostituti nell’ambito dei compiti loro demandati, tra cui lo sviluppo delle procedure per l’applicazione della confisca c.d. “allargata” prevista dall’articolo 12 sexies dei D.L. n. 306/1992.

Da allora, la Procura Generale di Perugia ha individuato numerosi contesti da approfondire, alcuni dei quali tutt’ora in corso ed altri già tramutatisi, sempre con la collaborazione delle Fiamme Gialle, in provvedimenti di sequestro di disponibilità economiche, quote societarie, beni mobili ed immobili, alcuni dei quali ubicati all’estero, per un valore complessivo di oltre € 2.000.000,00.

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